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lunedì 31 gennaio 2011

METAL GEAR PORTABLE OPS


Dopo essersi concesso un paio di titoli drasticamente diversi rispetto al passato, Snake abbandona la serie Acid e torna in grande stile nel suo habitat naturale: lo stealth game. Anche gli utenti della piccola PSP potranno quindi godersi le gesta del mitico personaggio ideato da Hideo Kojima nel lontano 1987, nella sua natura originale con la quale ha saputo ottenere i maggiori consensi. 1970, gli eventi ci trasportano nell’America del Sud, precisamente all’interno di un carcere in cui troveremo Snake prigioniero della storica FOX HOUND (corpo speciale fondato da Big Boss…) concentrata nella pianificazione di un progetto che vedrebbe coinvolte le nazioni unite e i sovietici. Come da copione MGS ci trasporta all’interno di un conflitto concentrato sul terrorismo militare, farcito da alti tradimenti e raggiri fantapolitici. Naturalmente Snake si troverà nel mezzo, pronto ad entrare in azione per riequilibrare le sorti delle nazioni coinvolte. E’ inutile negare che ritrovare il classico MG ci abbia fatto particolarmente piacere, non che avessimo disprezzato le precedenti versioni apparse su PSP, ma è innegabile che la struttura classica del titolo Konami non è facilmente accantonabile; inoltre Hideo Kojima, consapevole della necessità di apportare qualche modifica ad un gameplay altrimenti troppo scontato, ha apportato alcune novità in grado di rendere unico, a fronte degli altri capitoli usciti in precedenza, questo nuovo appuntamento con l’intramontabile Snake.

Tre nuovi amici

La particolarità che più distacca questo prodotto dai suoi predecessori sta nella possibilità di affiancare al protagonista altri 3 elementi da utilizzare nel corso dell’avventura. Quest’ultimi, a seconda delle loro caratteristiche tattiche (soldati, medici, ecc.) verranno utilizzati in battaglia, ampliando così il fattore tattico del gioco. Per ingaggiare i nuovi membri sarà necessario prendere in ostaggio i diversi nemici che incontreremo sulla nostra strada, interrogarli portandoli all’interno del furgone custodito dall’immancabile colonnello Campbell e convincerli a cambiare fazione d’appartenenza. Fatto ciò saremo in gradi di scegliere, aiutati dalle diverse abilità dei vari personaggi catturati, quali combattenti far scendere sul campo di battaglia; il tutto dovrà essere necessariamente, se si vorranno ottenere risultati soddisfacenti, studiato con una certa attenzione in modo da coinvolgere i giusti elementi nelle corrette e più appropriate condizioni di gioco. Altra novità che caratterizza quest’ultima opera Konami è rappresentata dalle missioni che ci verranno ordinate ad ogni nuovo capitolo con tanto di briefing, in stile Splinter Cell, atto a chiarire le specifiche e gli ordini della prova da portare a compimento. Il gameplay di MGS su PSP era uno degli aspetti che maggiormente preoccupava la massa di affezionati in attesa di vedere Snake sul piccolo display Sony; ovviamente la mancanza di 2 tasti dorsali, il secondo stick analogico hanno creato i presupposti per dubitare dell’effettiva riuscita, ma gli sviluppatori hanno abilmente superato l’ostacolo dando ampia possibilità nel customizzare ogni tasto della console portatile. Certo, la comodità del controller PS2 non ha paragoni e qualche problemino nel guidare Snake e la telecamera si riscontra, soprattutto nelle fasi iniziali in cui vi ritroverete un tantino spiazzati. Fatta la dovuta pratica passerà tutto in secondo piano e il divertimento prenderà l’assoluto sopravvento sulle piccole magagne a cui la non perfetta struttura della PSP ci costringe.

16:9 di meraviglia

A livello grafico MGSPO spreme a livelli inimmaginabili l’hardware del portatile Sony, regalandoci personaggi e animazioni decisamente di alto livello, immersi in ambienti calcolati senza particolari problemi dalla CPU della vostra PSP. Il comparto sonoro ci regala, come da tradizione, ottimi brani e un doppiaggio come sempre ben riuscito e dannatamente immersivo. Per gli appassionati del multiplayer sarà presente sia la modalità ad-hoc, sia quella on-line dove potersi sfidare in appassionanti sfide “deathmatch”, “capture the flag” e altre ancora, fino ad un massimo di 6 giocatori. Alcuni difetti sono riscontrabili nella non perfetta gestione della telecamera, nelle missioni a volte un tantino ripetitive e nei comandi non proprio semplici da assimilare; per il resto tutto fila liscio e il risultato finale è di notevole impatto. Konami è dunque riuscita nella difficile impresa di trasportare degnamente Solid Snake sul portatile di casa Sony, regalandoci un ulteriore capolavoro che arricchisce il non nutritissimo parco titoli per PSP.



Voto 10 perchè come ho già detto prima spreme al massimo l'hardware della psp

Splinter Cell Conviction XBOX360



Lo so non sono il vostro xboxer ma essendo un fan di splinter cell ho voluto pubblicarlo


Il Gioco
Gli eventi narrati in Double Agent hanno lasciato Sam Fisher profondamente turbato: prima la perdita della figlia Sarah e poi l'essere stato costretto a uccidere Lambert, il suo migliore amico (dei finali possibili in Double Agent, è questo quello che Ubisoft ritiene "ufficiale"), hanno convinto l'agente segreto a tagliare definitivamente col passato ritirandosi in incognito nell'isola di Malta. Ma nonostante i suoi tentativi, Sam viene rintracciato dalla sua vecchia partner operativa Anna Grimsdóttír la quale lo rimette in azione contro la stessa Third Echelon, con la promessa di rivelargli tutta la verità sulle morti di Sarah e Lambert. Sam Fisher torna quindi in azione, più arrabbiato e determinato che mai.

Splinter Cell: Conviction offre una giocabilità in linea con la tradizione della serie, accompagnata da vari cambiamenti e miglioramenti. Tra le conferme ritroviamo pressochè invariate le meccaniche stealth di base come la possibilità di nascondersi al buio, sparare alle fonti di luce, arrampicarsi su tubi e cornicioni, sbiricare sotto le porte prima di aprirle e uccidere silenziosamente i nemici alle spalle, così come anche gli scontri a fuoco seguono meccaniche molto simili a quelle viste in passato. Tra le novità più importanti troviamo invece il nuovo sistema di copertura, che ci permette di passare velocemente da un riparo all'altro senza essere notati, ed il sistema "marca e colpisci": questo ci dà la possibilità di selezionare e uccidere a colpo sicuro due o più (a seconda dell'arma usata) nemici nel nostro campo visivo, ed è attivabile solo dopo aver fatto fuori un nemico in corpo a corpo. Interessante novità anche l'"ultima posizione nota": se veniamo avvistati dai nemici per poi sparire nuovamente nell'ombra, sulla mappa rimane impresso un "fantasma" dell'ultima posizione in cui siamo stati avvistati. Sapremo così che i nemici tenderanno a cercarci in quella posizione e potremo attuare delle tattiche per sfruttare a nostro vantaggio questa informazione.



Il gioco presenta anche altre novità mirate ad una maggiore immersività e cinematograficità dell'esperienza. E' sparito l'indicatore che ci dice quando siamo nascosti o visibili dai nemici, sostituito da un sistema che mostra lo schermo in bianco e nero quando siamo nascosti e a colori quando siamo visibili, inoltre ora quando qualche nemico si sta per accorgere della nostra presenza appare una sorta di "bussola" a schermo che ci avverte del fatto che stiamo per essere scoperti e indica anche la direzione da cui siamo osservati, così che possiamo trovare riparo più efficacemente. Troviamo poi il "proiettore ingame", un sistema che proietta sulle ambientazioni le indicazioni di missione oppure delle sequenze animate che mostrano quello che ci stanno raccontando i nemici che interroghiamo. E proprio gli interrogatori sono una delle novità più spettacolari del gioco: in diverse missioni dobbiamo far parlare alcuni individui, convincendoli con le maniere forti e usando i vari elementi dell'ambiente che ci circonda, attivando così sequenze come lo scaraventare qualcuno fuori da una finestra oppure sbattergli la testa su un lavandino o su un albero. Torna infine l'armamentario tecnologico di Sam: oltre alle molte armi che possiamo anche potenziare, troviamo un nutrito set di granate (frammentazione, flashbang, EMP e telecamera remota sono alcune di queste) e l'immancabile visore "a tre occhi", che però stavolta funziona più come un sonar che come un visore notturno, permettendoci di tenere d'occhio la posizione dei nemici anche dietro le pareti.

A livello di feeling generale di gioco, Splinter Cell: Conviction si conferma ancora come un ottimo stealth game: gli sviluppatori hanno avuto un occhio di riguardo per gli amanti dell'azione, ma non mancano le missioni in cui dovremo agire completamente senza essere visti, pena il fallimento delle stesse. Anche il livello di sfida è rimasto piuttosto alto: soprattutto nella seconda metà del gioco non mancherete di ripetere più volte determinate sequenze (il sistema di salvataggio è a checkpoint) per capire come affrontare al meglio i nemici.

La storia principale offre 11 missioni per un totale di circa otto ore di gioco a difficoltà normale, ma non finisce qui perchè Splinter Cell: Conviction ci propone diverse possibilità per prolungare l'esperienza di gioco. Gli amanti del gioco in solitario trovano le Operazioni Speciali, sei livelli extra eseguibili con tre diversi set di regole: Cacciatore ci vede eliminare tutti i nemici nella mappa (il cui numero aumenterà se faremo dare l'allarme), in Ultimo Uomo dobbiamo difendere dei generatori EMP dalle ondate d'attacco nemiche e nella modalità sbloccabile Infiltrazione dobbiamo eliminare tutti i nemici senza far scattare l'allarme e stando attenti ai molti sistemi di sicurezza dislocati nell'ambiente.

Chi invece preferisce il gioco in compagnia (online, in split screen sulla stessa console o system link) ha la possibilità di giocare le tre modalità di Operazioni Speciali in cooperativa con un amico, con l'aggiunta di una modalità extra competitiva che ci vede fronteggiare l'altro giocatore in mappe popolate di nemici, che vedendoci cercheranno di attaccarci rivelando la nostra posizione al nostro avversario: alla fine vince chi allo scadere del tempo ha fatto più punti, conteggiati in uccisioni di nemici e uccisioni dell'altro giocatore (che vale quanto cinque nemici standard). Aggiunta importante è infine quella della campagna cooperativa, una vera e propria storia per due giocatori che fa da prologo alle vicende della storia in singolo: qui impersoniamo due agenti, l'americano Archer e il russo Kestrel, in uno sforzo congiunto USA-URSS per indagare in un traffico di vecchi armamenti russi, investigazione che svelerà degli intrighi ben più pericolosi e che finiranno poi sotto il mirino di Sam Fisher nella storia principale. Concorrono infine a prolungare ulteriormente la longevità le "sfide P.E.C.", una serie di obiettivi da raggiungere durante il gioco come ottenere un tot di uccisioni dall'oscurità, nascondersi dopo essere stati scoperti e così via, il cui conseguimento ci permette di guadagnare punti spendibili poi per potenziare Sam Fisher oppure i personaggio usato in multiplayer.

Valutazione
grafica 10
divertimento 10
longevità 10
sonoro 8 (alcune soundtrack in alcuni momenti sono molto fastidiose)
Totale 9,5
questo gioco lo dovete avere!!!XDXD
Da JonnyX98 è tutto,linea a voi studio!

martedì 25 gennaio 2011

Donkey Kong Country Returns


DONKEY KONG COUNTRY RETURNS                                      wii
Cosa succede quando si fa infuriare uno scimmione…
TRAMA
Ah, quando i ragazzacci di Retro Studios si metono al lavoro, ne escono veramente dei capolavori.
Prima con i Metroid Prime ci avevano deliziato gli occhi, adesso ritornano alla ribalta con il chiassoso ed esilarante remake degli episodi per Super Nintendo Donkey Kong Country, Returns.
Atteso da tanto e uno dei migliori giochi presentati all’E3, Returns ci mette davanti a uno scimmione infuriato perché gli hanno rubato tutte le domande. La prima sensazione che si ha quando si inizia a giocare è senza dubbio d’impatto: guardi questo gioco con occhi strabiliati per la grafica e non fai neanche in tempo ad apprezzare la musica di sottofondo che ti trovi e a menare cazzotti a uno sprovveduto Tiki. Ma passiamo ad analizzare il gioco.
IL GIOCO
Donkey Country Returns è un gioco di piattaforme alla Super Mario, ma è molto diverso da quest’ultimo. Infatti se il gioco marioso si rivela quasi minimale e armonioso, il videogioco targato Retro Studios invece si rivela chiassoso e rumoroso fin dai primi passi di gioco. Si può vedere fin dalla musica orchestrata da batterie e trombe la differenza colossale fra i due videogiochi Nintendo. Returns è un gran gioco di piattaforme anche per il suo elevato livello di difficoltà e per la sua longevità. In ogni livello infatti, oltre a completare il livello, si può cercare di ottenere tutte le lettere della parola Kong e le tessere dei puzzle(cosa non facile) o cercare di completare il livello nel minor tempo possibile (ancora più difficile) e poi…
Altra lode a Retro Studios va per il comparto grafico. Il gioco si dimostra veramente spettacolare, un vero trionfo grafico. Tra buie miniere, tramonti incandescenti, luminose spiagge e fitte giungle, non si può fare a meno di soffermarsi a osservare il paesaggio. Anche il vecchio scimmione Donkey è realizzato bene. A tutto questo si aggiunge un multyplayer ben realizzato dove il secondo giocatore impersonerà la scimmietta Diddy Kong. Il multyplayer, oltre a risultare più divertente rispetto alla modalità per un giocatore, abbassa il livello di difficoltà, che comunque rimarrà impegnativo al massimo. L’unica pecca, nulla di colossale, sta nel sistema di controllo, molto fisico ma leggermente impreciso. Più di una volta infatti durante i livelli si potrebbe fare una capriola per sbaglio e quindi cadere e morire. Considerando poi l’alto livello di difficoltà e i lontani checkpoint… Comunque è impossibile non dirlo: Donkey Kong Country Returns si rivela uno dei migliori titoli per wii, in grado anche di contendere il tiitolo di miglior platform game al classicissimo New Super Mario Bros. Wii. Parola ai voti!
GIUDIZIO
GRAFICA: 10 E LODE un vero spettacolo per gli occhi; la piccola console Nintendo è stata spremuta del tutto per regalarci questa meravigliosa avventura
SONORO: 10 un trionfo dello swing, delle batterie e delle trombe, che creano delle musiche esagerate e sopra i toni come tradizione chiede
SISTEMA DI CONTROLLO: 9 molto fisico e leggermente impreciso, si può impugnare il nunchuk oppure tenere il Wiimote in orizzontale
TEMPO: 10 E LODE il gioco è impegnativo e coinvolgente, finirlo è difficile, completarlo… meglio che lasciate perdere
DIVERTIMENTO: 9,5 divertentissimo, ironico ed esagerato, è ancora più divertente con gli amici.
VOTO FINALE: 10 Donkey Kong ritorna con questa nuova, esilarante avventura, dove il classico e il nuovo si fondono in un risultato pregevole da praticamente tutti i punti di vista. Compratelo, altrimenti farete arrabbiare lo scimmione!

A cura di Saggio di Campagna 98

domenica 23 gennaio 2011

HALO REACH

Ciao a tutti sono il vostro xboxer personale o oggi vi parlero di Halo Reach.
Chiudere una storia, raccontata per quasi dieci anni, non dev'essere facile. Dal primo Halo, uscito nel Novembre 2001, di acqua sotto i ponti ne è passata talmente tanta che Master Chief, un eroe senza volto e, quasi, senza voce, è diventato un'icona del mondo dei videogiochi, portandosi sulle spalle buona parte delle fortune di entrambe le console targate Microsoft e di Xbox Live. Bungie, dopo tanto tempo passato con gli Spartan e i Covenant, se ne va, e lo fa lasciando che altri siano a raccontare cosa accadrà al Capo dopo la fine di Halo 3, scegliendo con questo capitolo di partire da prima dell'inizio di tutto. Halo: Reach racconta la fine del pianeta su cui venivano addestrati gli Spartan, soldati d'élite delle truppe terrestri. Un pianeta simbolo per l'UNSC, questo il nome delle milizie, oggetto di un colossale attacco da parte dei Covenant, alla ricerca di un artefatto e dei segreti custoditi sotto la superficie. Una storia epica e triste, il cui finale è già noto a milioni di persone, visto che da questa sonora sconfitta è partita tutta la saga di Halo, ma una storia che poteva essere raccontata in molti modi diversi. Bungie, a quanto pare, ha scelto il modo migliore.
I protagonisti di Halo: Reach sono sette. Ci sono i cinque compagni del Noble Team, apparentemente incaricati di portare in salvo gli Spartan sopravvissuti all'attacco e gli abitanti del pianeta, Noble Six, ovvero il nuovo membro del gruppo, impersonato dal giocatore, e il pianeta Reach. Bungie, in questo capitolo, e grazie a un'ambientazione che precede la distruzione totale della vita sulla colonia terrestre, mette in campo, per la prima volta, la possibilità di far sentire al giocatore la vita civile nel mondo di Halo, con abitanti disperati in attesa di una qualche forma d'aiuto durante le fasi d'evacuazione, e con creature selvagge che popolano il pianeta e che, negli esemplari più mastodontici, attaccano sia i soldati che i Covenant, senza distinzioni.
La fine di un'epoca
L'ambientazione aiuta senza dubbio con paesaggi bellissimi, dai colori accesi e dalle texture definite, con una sensazione di sinistra quiete che, attraverso le dieci missioni della campagna, viene spazzata via da un conflitto di cui è molto difficile non sentire il peso e l'emozione. Tutti i membri del team hanno un nome e, soprattutto, un volto. Hanno profili psicologi, certamente inquadrati in canoni narrativi ben noti, ma che vengono raccontati con una serie di scene d'intermezzo, tutte realizzate col motore di gioco, in cui il team, tolto l'ingombro di Master Chief, si permette di dire e di fare molte cose con una libertà che, forse, non era altrimenti possibile. Ed è qui, come mai prima, che viene dato un contenuto alla specialità dell'essere Spartan, con i nostri eroi che vanno nello spazio, saltano da dirupi e danno sfoggio di abilità che danno un significato alle modifiche genetiche che ognuno di loro ha dovuto subire per entrare a far parte di questa élite di guerrieri. Laddove la personalità del Capo è stata raccontata negli anni più con i silenzi che con le parole, qui l'approccio è completamente diverso con una componente narrativa molto più importante e che dà ad Halo: Reach l'andamento di un action movie Hollywoodiano, rispettando le dichiarazioni di Bungie, che diceva d'aver apprezzato il modo di raccontare le storie di Infinity Ward con Call of Duty, lasciando però inalterati i canoni fondamentali di un gameplay che è oramai un marchio di fabbrica.
In Halo: Reach, così come negli altri capitoli soprattutto a partire da Halo 2, la longevità è affidata al comparto multiplayer, oltre che alla campagna in cooperativa.
Qui il vostro xboxer alla prossima.

lunedì 10 gennaio 2011

HALO 3

Ecco un nuovo episodio della saga di Halo ancora più emozionante dei precedenti.

Il tuo obbiettivo è portare Master Chief nelle missioni che ti porteranno alla vittoria della guerra.

Nelle missioni ti accompagnerà Arbiter un alieno della razza nemica ma che ora fa parte della resistenza.

I nemici che dovrai affrontare si dividono in unità Coruscan e parassiti spaziali che si impossessano dei cadaveri per combattere oppure usano la loro forma originale per saltare addosso a te e ai tuoi compagni.

Alla fine scoprirai molte cose sulla razza che combatti e Arbiter troverà vendetta contro un sacerdote coruscan capo dei soldati nemici.

Alcune delle cose più senzazionali di questo gioco sono: le armi, la costruzione dei personaggi e molte altre cose.

VOTI
GRAFICA:10 e lode eccezionale sembra quasi un film.
SONORO:10 anche qui non si scherza
SISTEMA DICONTROLLO: 10 e lode semplice come qualsiasi altro gioco sparatutto per x box
TEMPO: 10 abbastanza lungo da farti capire ogni cosa della storia
DIVERTIMENTO: 10 e lode molto bello e pieno di azione
VOTO FINALE: 10 e lode questo gioco e stupendo vi consiglio di comprarlo e giocare con i tuoi amici.

giovedì 6 gennaio 2011

HALO WARS

Vi piacciono i giochi di strategia e la saga di Halo? Allora questo gioco fa per voi.
La storia è diversa dal resto della saga ma è lo stesso molto interessante anche se non ci capisci molto.
Tutto inizia durante la guerra tra umani e le forze aliene che minacciano l' esistenza della tua razza con assalti alle città o alle basi da te costruite.
Il tuo obbiettivo è quello di svolgere al meglio le missioni che ti porteranno a vincere la guerra e di non far morire un sergente sotto il tuo controllo. Le basi sono composte da: centro, centrale elettrica, magazzini rifornimenti ( dovrai guadagnarti i rifornimenti da solo con delle casse) caserma e armeria ( da dove potrai creare veicoli : carri armati ecc.).
VOTI
GRAFICA: 8 penosa rispetto a quella di Halo 3 ma lo stesso bella
SONORO:8 bei effetti sonori (le esplosioni si sentono molto bene)
SISTEMA DI CONTROLLO: 9 si va molto molto bene.
TEMPO: 8,5 anche se le missioni sembrano non finire mai.
DIVERTIMENTO: 7 questo è il punto debole della catena visto che le cinque frasi registrate ti fanno impazzire, le missioni sono fatte solo per chi ama questo tipo di gioco i chi è abbastanza tattico o sa fare strategie in un attimo.
VOTO FINALE: 8 questa volta i creatori di Halo non hanno fatto un grandissimo lavoro.